
Con oltre 400 anni di storia, l’Orto Botanico dell’Università di Padova è patrimonio dell’Unesco, uno dei simboli della città veneta e vera meraviglia del veneto.
La sua esistenza è stata, dal 1545 ad oggi, totalmente dedicata alla coltivazione di piante medicinali. Unica fonte di sostentamento medico nel XVI secolo.
L’Orto rappresentava la conoscenza, non solo naturale ma anche medica e fece sicuramente elevare il livello di sapere negli ambienti dell’università patavina, facilitando il riconoscimento delle droghe secche dalle frequenti sofisticazioni. Inoltre segnò l'inizio dell'applicazione del metodo sperimentale nel campo della botanica.
Nel corso degli anni rappresentò un punto di riferimento a cui ispirarsi per diverse università straniere e per i molti studenti di passaggio, che lo definirono come la madre di tutti gli orti botanici del vecchio mondo.
Come più antico ed importante orto botanico d’Europa, non ha mai modificato la propria ubicazione nelle fitte strade padovane. Sin dal principio è diventato centro di scambio e di passaggio di decine e decine di specie esotiche, piante che in Italia adesso sono comuni e presenti anche grazie a questo, come il gelsomino o la patata.
Come in passato, così adesso: il centro ha sempre svolto azioni di ricerca scientifica e si è sempre innalzato a strumento didattico, facendo prima comodo alla medicina e successivamente unicamente alla botanica.
Una delle “attrazioni” naturalistiche di maggior importanza dell’orto è la palma di San Pietro di Goethe. Conta olter quattro secoli ed è la pianta più antica dell’Orto Botanico. Prende il proprio nome dal poeta naturalista tedesco, che si ispirò ad essa in una delle sue visite a Padova per elaborare una teoria sulla metamorfosi delle piante.
Vederlo è semplice, apprezzarlo è doveroso, amarlo è padovano.
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